40.000 centimetri quadrati

Lavoro selezionato per/ work selected for “Visionari/Kilowatt Festival 2014”, per/ for “Vetrina XL 2015”, per/ for “Rencontres Chorégrapiques internationales de Seine-Saint-Denis 2017”, per/ for “BE Festival/ Birmingham 2017”;
il video promo del lavoro è finalista a/ the video promo is shortlisted at "IDILL/Charleroi danses".

Realizzato con il sostegno di/ realized with the support of Teatro Fabbrichino/ Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Armunia/ Festival Inequilibrio.




creato e interpretato/ created and performed by Claudia Catarzi

disegno luci/ light design Massimiliano Calvetti

realizzazione scena/ set design Leonardo Bucalossi

produzione/ production Company Blu con il sostegno di/ with the support of Regione Toscana, MiBACT

durata/ duration 24 minutes



english version below



Un corpo solo, ridotto all’essenziale, che porta in scena se stesso in uno spazio limitato. Claudia Catarzi parte dal desiderio di riscoprire cosa il corpo da solo possa ancora restituire, con la sua incondizionata onestà, lasciando che l’idea risieda nel movimento, nella possibilità di fascinazione che è nella concentrazione dell’atto e nel parlare il linguaggio della danza. Ricercare, per trovare dentro un limite preciso, l’accessibilità a condizioni impossibili, scoprire la duttilità del corpo nel risiedere in spazi specifici. La costrizione incide sull’intelligenza del corpo che esprime capacità di adattamento. Il tempo speso in questo spazio è humus vitale.






One only body, reduced to the essential, which brings itself to the stage in a limited space. Claudia Catarzi starts from the desire to rediscover what solely body can still restore, with its unconditional honesty, allowing the idea to reside in movement, with the potential of fascinating which is in the realm of the act and yet speaking the same language of the dance. To research in order to find, within a precise limit, accessibility to impossible conditions, discover the flexibility of the body while residing in specific spaces. The constriction affects the intelligence of the body which expresses capability of adaptation. The time spent in this area is vital humus.






english version below

Press review


La chiarezza dell’impianto spettacolare, che non offre alcun cedimento a tentazioni narrative o enfatiche, è di grande impatto. La naturalezza quasi scontrosa del gesto, la semplicità di una perfezione sempre ricercata, centimetro per centimetro, secondo dopo secondo, compongono una pièce compatta e organica, capace di catturare lo spettatore, mantenendo un alto livello tecnico. 

Andrea Falcone - Del teatro, 11 dicembre 2013

Tutto è ridotto all’essenziale in questo solo che dura appena venticinque minuti, tuttavia il rigore dell’esecuzione e la pulizia dei movimenti della danzatrice sono tali che lo spettatore viene coinvolto emotivamente fin da subito. Molto efficace  Claudia Catarzi - a tenere insieme precisione formale ed emozione, rigore e armonia.

Graziano Graziani, Paese Sera/La voce di Roma, 3 luglio 2014

Nei giorni della manifestazione ha fatto breccia il solo di Claudia Catarzi 40.000 centimetri quadrati. Una bella prova di studio delle possibili declinazioni del movimento puro in uno spazio circoscritto di una pedana 2 mt x 2 mt dentro cui sperimentare le direzioni intraprese dal corpo, la capacità di abitare lo spazio, di produrre suono e ritmo, di dondolare per il piacere di farlo, di camminare imitando Charlot, di ritornare in uno stato preconscio, fetale, sulle note di un simil carillon.

Maria Luisa Buzzi - Danza&Danza, settembre/ottobre 2014

Claudia Catarzi si muove in modo congruo in entrambi gli stati del corpo, esibendo nella performance pesantezza e lievità che catturano senza mai annoiare lo sguardo dello spettatore.

Mario Bianchi, Krapp's last post, 4 luglio 2014

40.000 centimetri quadrati è una performance autoriale che mostra un'alta esperienza tecnica senza cadere nel mero virtuosismo. Autrice, interprete e coreografa di se stessa, la Catarzi ha intenti ben delineati e una progettualità di spessore oltre ad essere estremamente chiara sulle direzioni registiche e drammaturgiche dei suoi lavori.  Proveniente da numerose e importanti collaborazioni artistiche - dall'esordio con Micha Van Hoecke al susseguirsi delle collaborazioni con compagnie quali Sasha Waltz - il percorso artistico della Catarzi come interprete è indicativo della sua capacità tecnica e sperimentale.

Angela Bozzaotra, DNA scritture, febbraio 2014 

Un assolo modellato sul puro impulso istintivo; allo stesso tempo studio scientifico sulla reazione e sull'adattamento al limite spazio-temporale. La ricerca di Claudia Catarzi si configura come una riflessione sulla danza in quanto naturale impulso del corpo a reagire a stimoli eterogenei quali suono, rumore, spazio, aria, forza di gravità. Le caratteristiche principali sono autenticità del movimento e impulso intuitivo, evitando le direttive intellettuali e abolendo la narrazione. Il corpo della performer appare mosso e movente, figura spinta da forze quasi estranee alla sua intenzionalità. 40.000 centimetri quadrati è una performance autoriale che mostra un'alta esperienza tecnica senza cadere nel mero virtuosismo. Autrice, interprete e coreografa di se stessa, la Catarzi ha intenti ben delineati e una progettualità di spessore oltre ad essere estremamente chiara sulle direzioni registiche e drammaturgiche dei suoi lavori. [...]  Il più recente studio coreografico Sul punto, presentato nel 2013 all'interno della rassegna DNA del “Romaeuropa Festival”, viene premiato dal pubblico e dalla giuria di “Appunti Coreografici”. Come in 40.000 cm quadrati , l'intento narrativo viene messo da parte a favore di una radicale fede nella potenza espressiva del corpo danzante. […] In un frammento del cortometraggio/installazione di Peter Greenaway The towers. Lucca hyubris del 2013 che la vede in scena, Claudia Catarzi interpreta l'altera e tenace regina Isadora. Dalla Torre Regale a uno spazio di 40.000 cm2, la corona appare inamovibile dal suo capo.

Angela Bozzaotra – 15 febbraio 2013

Su una piattaforma di legno con una superficie di 40.000 centimetri quadrati - posta sul pavimento, Claudia Catarzi inaugura la pièce sollevando le gambe come fossero un orologio e si trasforma rapidamente in un burattino meccanico. In uno spazio con i confini netti, la danzatrice morde il pavimento con il tacco della sua scarpa e martella la pièce con una cadenza chapliniana. Il suo volto sfida l'inespressività e completa l'inumanità del movimento. E se il gesto si fa più fluido in seguito, se il volto si anima e si esprime, l’apparente libertà che emerge, nasconde solo lo stesso scrupoloso rispetto per le sacrosante frontiere spaziali e mentali. Confinata in questa modesta cellula dalle pareti fantasticate, l'ampiezza del movimento è assurdamente vincolata, e fa meglio vedere l'auto-limitazione. Tra censura, pudore e misure politiche scivolate sotto il tappeto, la pièce di Claudia Catarzi invita a pensare i quadri integrati e magari a farli saltare. 

Agnès Dopff, mouvement.net, 15 giugno 2017 

Da questo piccolo spazio dove balla e si muove, la danzatrice concentra il gesto, nella sua più grande semplicità. Pienamente là, percuote, scivola, affascina in un estetica senza personaggi o narrazione, da cui emerge la magnifica capacità del corpo di adattarsi al suo ambiente.

Stéphanie Pichon, giugno 2017

Un movimento che lascia incantati, che dall’azione porta ad un pensiero composto da parole non dette, ma guardate. Difficile pretendere di più.

Jonathan Freschi, Berlino Cacio e Pepe, dicembre 2015






The clarity of the spectacular performance, which offers no yielding to narrative or emphatic temptations, is of great impact. The almost surly naturalness of  gestures, the simplicity of a perfection always sought after, inch by inch, second by second, create a compact and organic pièce, able to capture the viewer, while maintaining a high technical level.

Andrea Falcone, Del teatro, December 11, 2013

Everything is reduced to the essentials in this solo which  lasts just twenty-five minutes. However, such are the rigour of the execution and the cleanliness of the movements  that the viewer is emotionally involved from the very beginning. Claudia Catarzi is very effective to hold together formal precision and emotion, rigour and harmony.

Graziano Graziani, Paese Sera/La voce di Roma, July 3, 2014

During the event the solo of Claudia Catarzi, 40,000 centimetri quadrati came to the fore. A good test of the study of the possible forms of pure movement in a limited space: a board 2 meters x 2 meters where to test the directions taken by the body, the ability to inhabit the space, to produce sound and rhythm, to swing for the pleasure to do so, to walk imitating Chaplin, to return to a preconscious, fetal condition to the tune of a carillon.

Maria Luisa Buzzi, Danza&Danza, Sept/Oct 2014

Claudia Catarzi moves so appropriately in both states of the body, showing in the performance heaviness and lightness that capture without ever boring the viewer’s gaze.

Mario Bianchi, Krapp’s last post, July 4, 2014

40,000 centimetri quadrati is a performance which shows high technical expertise without falling into mere virtuosity. Author, performer and choreographer, Catarzi has well defined objectives and  remarkable planning skills as well as being extremely clear about the directing and dramaturgic prospects of her works. She has had important artistic collaborations – from her debut with Micha Van Hoecke to the collaboration with several companies such as Sasha Waltz. The artistic career of Catarzi as an interpreter reveals her technical and experimental ability.

Angela Bozzaotra, DNA scritture, February 2014

A solo shaped on pure instinctive impulse; at the same time scientific study on reaction and adaptation to the space-time limit. Claudia Catarzi’s research is a reflection on dance as a natural impulse of the body to react to heterogeneous stimuli such as sound, noise, space, air, gravity. The main features are genuineness of movement and intuitive impulse, avoiding intellectual directions and abolishing narrative. The performer’s body appears moved and moving, a figure driven by forces almost unrelated to its intentionality. 40.000 centimetri quadrati is a performance that shows a high technical experience without falling into pure virtuosity. Author, interpreter and choreographer, Catarzi has well-outlined intentions and remarkable planning skills as well as being extremely clear on the dramaturgic directions of her work. [...] The latest choreographic study Sul punto, presented in 2013 within the DNA Festival of the “Romaeuropa Festival”, is awarded by the public and the  jury of “Appunti Coreografici”. As in 40.000 centimetri quadrati, the narrative intent is set aside for a radical belief in the expressive power of the dancing body. [...] In a fragment of the short film/installation  by Peter Greenaway The towers. Lucca hyubris of 2013, Claudia Catarzi interprets the proud and tenacious  Queen Isadora. From the Regal Tower to a space of 40,000 cm2, the crown appears unmovable from her head.

Angela Bozzaotra – February 15, 2013

On a wooden platform with a surface of 40,000 square inches - placed on the floor - Claudia Catarzi opens the pièce raising her legs as if they were a clock and quickly turns into a mechanical puppet. In a space with sharp boundaries, the dancer bites the floor with the heel of her shoe and hammers the piece with a chaplinian cadence. The face of the young woman challenges inexpressiveness, and completes the inhumanity of the movement. And if the gesture becomes more fluid then, if the face comes alive and expresses itself, the apparent freedom that emerges, only conceals the same scrupulous respect for the sacrosanct spatial and mental boundaries. Confined in this modest cell with fantasized walls, the amplitude of movement is absurdly constrained, and shows self-restriction better. Between censorship, modesty and policies slid under the carpet, the pièce invites to think about integrated frameworks, and perhaps to make them blow up.

Agnès Dopff, mouvement.net, June 15, 2017 

From this small space where she dances and moves, the dancer concentrates her gesture in  its greatest simplicity. Fully there, beating, sliding, she fascinates the audience in an aesthetics without characters or narrative, which reveals the magnificent body's ability to adapt to its environment.

Stéphanie Pichon, June 2017

A movement that captivates the audience, which from the action leads to a thought made of words not mentioned, but looked up. Difficult to demand more.

Jonathan Freschi, Berlino Cacio e Pepe, December 2015